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Quanti sonetti hanno decantato i poeti o quanti romanzi gli scrittori hanno dedicato all’effetto che fa l’innamoramento sul nostro corpo? Tanti, forse troppi. Dalle farfalle nello stomaco alla sensazione che nulla ci basti se non la presenza dell’altra persona nella nostra vita, tutto può essere un segnale d’amore. Ma sono solo rielaborazioni colorite o esiste un fondo di verità scientifica?
A prescindere da quanto si possano enfatizzare o romanzare le reazioni fisiche provocate dall’innamoramento, da decenni gli studiosi esaminano il fenomeno da un punto di vista scientifico e una risposta fisiologica c’è. Infatti, quando ci innamoriamo diversi ormoni del nostro corpo vengono stimolati affinché si abbiano tutti gli effetti che conosciamo: batticuore, euforia, eccitazione, agitazione allo stomaco e così via.
Un esempio è l’ossitocina, ovvero una sostanza prodotta dall’ipotalamo che aiuta nel miglioramento dell’umore, nella stimolazione del piacere, nel rilassamento e dunque ad avere fiducia verso l’altro. Proprio per tutti questi effetti che incidono in maniera benefica sul nostro corpo è detta anche “ormone dell’amore”. Ma basta questa molecola a spiegare l’innamoramento? La risposta è nuovamente in mano alla scienza.
Quando si è davvero innamorati, oltre a tutte queste reazioni fisiche che scatenano un’ondata di benessere e una scarica di emozioni positive grazie all’ormone dell’ossitocina, esistono in realtà anche altri neurotrasmettitori cerebrali che possono fungere da campanello d’allarme per indicare la verità su ciò che proviamo davvero.
Ci sono numerose risposte fisiologiche ai fenomeni che accadono nel nostro organismo, ma una tra le tante è la fame. Si dice infatti che chi sia davvero innamorato tenda ad avere meno fame e a prestare in generale meno attenzione nei confronti del cibo.
Secondo un recente studio effettuato sugli animali dagli esperti di neuroscienze dell’Università di Colonia, esiste infatti una grossa differenza tra fame e appetito che può dunque indicarci se siamo davvero innamorati oppure no.
La fame non è altro che l’esigenza biologica e fisiologica di nutrirsi, dunque è un bisogno naturale. Mentre l’appetito è soggettivo in quanto nasce principalmente dalla stimolazione sensoriale esterna. In questa ricerca sul campo condotta dall’ateneo tedesco, infatti, gli studiosi hanno notato come gli animali reagissero all’induzione da leptina, ovvero l’ormone che regola l’appetito e il metabolismo. Il risultato è strabiliante.
Somministrando la leptina in maniera tale da sopprimere l’appetito, gli esperti hanno scoperto che gli animali preferivano avere accoppiamenti d’amore piuttosto che gettarsi nel cibo. Mentre quando avevano davvero fame non davano importanza all’altro ma si concentravano a mangiare.
Sugli esseri umani non è stata ancora testata una ricerca di questa portata, ma sulla rivista accademica Nature Medicine è stato pubblicato recentemente uno studio sulla stimolazione cerebrale profonda, o meglio definita come DBS.
Questa prova scientifica, basata dunque su stimoli elettrici, è stata condotta solo su due persone per verificare se si potesse tenere sotto controllo il binge eating, ovvero il fenomeno delle abbuffate di cibo. Ed in effetti in buona parte ha funzionato, allentando la voglia di rintanarsi nel cibo in maniera compulsiva e nervosa.
Quindi la stimolazione emozionale proveniente dall’altra persona può davvero essere un indicatore di quanto siamo innamorati in base a quanta fame o a quanto appetito abbiamo. Quando si dice nutrirsi d’amore…ma attenzione alla fame, che l’appetito vien amando.