Le bibite sono uno degli alimenti più consumati soprattutto dai bambini. Ma sappiamo davvero cosa contengono? Scopriamo perché è meglio non abusarne.
Di consigli alimentari ormai ne siamo pieni ogni giorno: che sia in televisione, sui social o anche parlando con esperti e conoscenti possiamo renderci conto di quanto il mondo della nutrizione sia cambiato. Non è soltanto cambiato il nostro rapporto con il cibo, ma sono anche i prodotti stessi ad essere sempre più controlli con rigide regole sui protocolli da seguire per l’etichetta degli ingredienti. Ma siamo davvero in grado di leggerle e capirne gli effetti? Vediamo nel dettaglio.
Le bibite sono tra i prodotti alimentari più acquistati dai consumatori. In particolar modo sono assunte in maggiore quantità dai più piccoli, i quali bevono molto più volentieri liquidi dal sapore più dolce. In commercio esistono tanti tipi di bibite, ma quelle più comuni si contano sulle dita delle mani e paradossalmente sono quelle che i bambini piccoli, e anche quelli più grandi, non dovrebbero mai bere.
Lo zucchero è un alimento importante della nostra alimentazione quotidiana, ma come ogni cibo bisogna saperlo dosare per non abusarne. Per questo conoscerne la quantità contenuta in ogni bibita è fondamentale, soprattutto per tutelare i più piccoli onde evitare che ne assumano in abbondanza. Ma come facciamo a capire qual è questa bibita che non dovrebbe mai essere data ai bambini? Ecco la spiegazione.
Leggere l’etichetta degli ingredienti è il primo passo per capire la quantità di sostanze che assumiamo. Che siano zuccheri o altri tipi di alimenti, è importante conoscere di cosa è fatto ciò che mangiamo e beviamo. In particolare c’è una bevanda che è sul mercato da più di un secolo eppure, nonostante si dica che gli ingredienti di cui è composta facciano male, è quella più bevuta da adulti e bambini. Se prendiamo il campione di una lattina di questa bibita possiamo notare la quantità spropositata di zucchero e caffeina: 35 grammi di zucchero per 33 cl e 35-40 mg di caffeina. Cifre inquietanti soprattutto se ad assumerle sono dei bambini piccoli.
Se ancora non lo avete capito, stiamo parlando della nota Coca-cola. Ad alzare il polverone sulla bibita ci ha pensato un esperto in materia, il chirurgo pediatrico Claudio Olivieri, il quale sulle sue pagine social ha posto l’attenzione sulla bevanda sollecitandone il divieto nei bambini più piccoli.
Come spiega il dottore, infatti, la quantità di zucchero contenuta in una lattina di Coca-cola equivale a 7 zollette che tradotte in calorie rappresentano il 70 % del fabbisogno giornaliero. Così come la grande quantità di caffeina che rappresenta una vera e propria allerta nel caso dei consumatori più piccoli. Lo stesso discorso vale anche nel caso della Coca-cola senza zuccheri, la quale in ogni caso contiene dolcificanti “che hanno comunque un determinato apporto calorico”.
Per il medico, anche i bambini più grandi non dovrebbero consumare la Coca-cola abitualmente ma solo in determinate occasioni, come ad esempio negli eventi speciali. Dunque, secondo i dati descritti da Olivieri, per la salute dei nostri bambini questa bibita non dovrebbe mai essere data a bere.