Andrea Virgilio rinuncia alla protesta

Andrea Virgilio rinuncia alla protesta
Lo chef Andrea Virgilio rinuncia alla protesta: “Non apro per rispetto di chi è morto per Covid”
Subito Andrea Virgilio rinuncia alla protesta in quanto dichiara di non avere le competenze per dire se i ristoranti sono luoghi di contagio o meno.
Con la pandemia la natura ci sta dicendo che dobbiamo rallentare e trasformarci. Io l’ho fatto e anche se stiamo vivendo le stesse difficoltà economiche di altri colleghi ristoratori. Lo chef dichiara di non aderire alla protesta #ioapro.
Vediamo le sue ragioni
Chef, sommelier, ma anche un po’ filosofo, Andrea Virgilio gestisce insieme ai fratelli Domenico e Giuseppe il ristorante La Barca di Rho. Aperto da papà Franco nel lontano 1967 il ristorante di via Ratti è noto in tutta la provincia per le sue specialità pugliesi e piatti di pesce fresco di alta qualità.
Ma Andrea non è un ristorante qualunque, ciò che lo differenzia dagli altri chef è una convinzione, “il cibo e la cucina rendono felici”. Tant’e che in passato è entrato con dirompenza nei corsi di preparazione al matrimonio con le sue lezioni di Cucina a 2 piazze.
Lockdown, zone rosse e Dpcm stanno creando seri problemi ma Andrea cerca di resistere.
Diche che non ha le competenze per dire se i ristoranti sono luoghi di contagio o men e quindi rispetta le direttive del Governo e non apra anche per rispetto delle persone di questo quartiere che si sono ammalate e sono morte per Covid.
In questi mesi ho cambiato molte cose, racconta. Ho iniziato a fare delivery. Fino a qualche anno fa pensavo che non lo avrei mai introdotto e invece adesso quando faccio le consegne a domicilio. Mi piace vedere gli occhi sorridenti dei miei clienti, mi riempiono di affetto, scambio con loro due parole in attesa di incontrarli presto al tavolo del ristorante.
Take away a pranzo, delivery alla sera, dipendenti in cassa integrazione, per far quadrare i conti Andrea ed i suoi fratelli hanno presentato la domanda per ottenere i ristori, ma sono ancora in attesa.
Infine Andrea in questi mesi ha riscoperto la città che lo ha adottato e deciso di fare qualcosa di utile. “Ho organizzato una risottata in piazza San Vittore e raccolto i fondi da destinare alla mensa del povero. Inoltre avendo del tempo libero mi sono iscritto nell’elenco comunale dei volontari che consegnano la spesa a domicilio agli anziani.
E dopo questa pandemia? “Niente sarà come prima, nemmeno il mio ristorante e il mio modo di lavorare. Saremo migliori”. FONTE www.ilgiorno.it
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